“Diversità è ricchezza”: la varietà che caratterizza l’umanità nasconde un enorme potenziale. Storie ed esperienze diverse possono ampliare gli orizzonti delle persone che si aprono al confronto, accrescendone le competenze specifiche e quelle cosiddette trasversali.
A maggior ragione in ambito lavorativo, l’attenzione alla diversità e all’inclusione deve essere particolarmente alta. Non solo perché si tratta di un dovere morale ma anche perché punti di vista e background differenti hanno risvolti positivi sui processi di innovazione.
Il team avrà una maggiore apertura ai cambiamenti e l’attenzione ai principi di inclusione si rivelerà un vero e proprio investimento per il futuro dell’azienda. Vediamo come e perché l’inclusione sul posto di lavoro è sempre un vantaggio.
Inclusione lavorativa: le politiche di D&I
Se abbiamo sentito già molto parlare della Green Vision delle aziende e dell’attenzione alla sostenibilità, meno diffuse sono le politiche di D&I (Diversity & Inclusion).
Si tratta di una serie di buone pratiche che hanno lo scopo di favorire, appunto, l’inclusione della diversità nei contesti lavorativi.
La sigla nasce negli anni ’80 in America, quando il mondo del lavoro americano era già estremamente multietnico. Questo fenomeno si accompagnava alla decisa accelerata dell’emancipazione femminile che aveva corposamente aumentato la quota di donne all’interno delle aziende.
Oggi i principi di inclusione sono diventati valori irrinunciabili, ripresi addirittura dell’Agenda Onu 2030 in due Global Goals:
- Goal 5 – Parità di genere;
- Goal 10 – Ridurre le ineguaglianze.
La diversità è quindi diventata una sfida urgente per il mondo del lavoro che ha portato le aziende ad adottare delle politiche mirate. Tuttavia, c’è ancora molto da fare in questo senso e tante sono le realtà imprenditoriali che ancora non hanno definito un piano di inclusione e integrazione, né messo in campo azioni concrete.
Differenza tra integrazione e inclusione lavorativa
Il significato di inclusione non è sinonimo di integrazione. Mentre quest’ultimo termine definisce una situazione, quella del singolo che va integrato in un determinato contesto, il concetto di inclusione lavorativa fa riferimento al processo di superamento delle barriere alla partecipazione. Agisce sul contesto creando le condizioni per le quali tutti, indistintamente, possano prendere parte al processo produttivo in maniera equa e più rispondente alle proprie caratteristiche.
Le aziende inclusive sono quindi quelle realtà che valorizzano e gratificano ogni singolo collaboratore come individuo, al di là delle diversità culturali o delle diversità di genere. Sono le società che hanno effettuato un decisivo passaggio dall’integrazione all’inclusione.
Una questione non solo etica, come abbiamo detto, ma anche di business e di fiducia da parte della comunità finanziaria, un aspetto su cui non si riflette abbastanza.
Il valore della diversità nel mondo professionale
Il futuro delle aziende che vogliono crescere, e non rimanere ferme al punto di partenza, si basa sulla loro capacità di mettere diversità ed inclusione al centro di tutte le strategie aziendali.
Solo così, infatti, sarà possibile garantire che fornitori, dipendenti e aspiranti tali, abbiano la stessa possibilità di esprimere al massimo il proprio potenziale.
Creando team diversificati non solo crescerà il benessere del personal, ma ne gioverà anche la produttività e, di conseguenza, le prestazioni aziendali complessive.
Secondo recenti studi la relazione tra diversità e successo finanziario si è rafforzata con il passare del tempo. Oggi un’azienda più inclusiva ha maggiori possibilità (+25%) di aumentare la sua redditività rispetto a quelle con livelli di diversità più bassi. Questo perché, come abbiamo già detto, si avrà:
- maggiore apertura verso l’innovazione;
- più capacità di problem solving;
- maggiore rapidità dei processi decisionali;
- più attrattività per gli stakeholders;
- uno sviluppo più efficace dei talenti interni.
In considerazione di ciò, andranno messe in campo tutte le iniziative per gestire al meglio le risorse umane in ottica di inclusione e diversità.
Educare alla diversità, i corsi di inclusione
“Diversiteam – il valore dell’inclusione” è il corso sull’inclusione di A me è successo che ha lo scopo di insegnare come gestire al meglio i gruppi di lavoro nell’ottica di una piena e consapevole inclusività e diversità.
Il corso, estremamente pratico, mira a far acquisire ai partecipanti soluzioni e approcci subito applicabili nel contesto professionale che gli permettano di organizzare e gestire il lavoro favorendo l’inclusione.
Prima di tutto sarà necessario comprendere quali sono le più frequenti dinamiche di discriminazione, per poter mettere in campo tutte le strategie atte ad evitarle.
Importante sarà poi concentrarsi su sé stessi e sui propri pregiudizi inconsci che possono portare a micro-discriminazioni, quelle più difficili da individuare.
Infine, si parlerà di costruzione del contesto di lavoro inclusivo, partendo dalla sensibilizzazione verso la disabilità ad approfondimenti sulle diverse culture, etnie, orientamenti sessuali, generi e religioni.
Si porrà l’accento sulle modalità di gestione delle difficoltà e delle tensioni che i processi di inclusione possono generare, fornendo soluzioni pratiche per trasformare lo scontro in confronto.
Perché seguire un corso di inclusione sul lavoro
Un corso su uguaglianza e diversità potrà fornire validi strumenti per l’HR, rispondendo all’esigenza, oramai non più procrastinabile, di permettere un accesso paritario al lavoro. Non solo, obiettivo di questo percorso formativo è la crescita aziendale, in termini di know how e finanziari, attraverso la valorizzazione delle differenze. La diversità come risorsa, la diversità, ancora una volta, come ricchezza.
Per la generazione Z l’inclusione aziendale è uno dei fattori di attrattiva maggiori ed anche per i finanziatori, al pari della green vision, la diversità di un’azienda suggerisce maggiore affidabilità.
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